Andrea Verrocchio
Andrea di Michele di Francesco di Cione, noto come Verrocchio (dal nome del suo maestro, Giuliano Verrocchio), nacque nel 1435 a Firenze. Originario di una famiglia modesta, sin da giovane dovette contribuire al mantenimento dei suoi numerosi fratelli e sorelle. Esordì come orafo per poi passare alla scultura, dedicandosi in particolare al bronzo e al marmo.
Verrocchio è ricordato per la sua polivalente bottega, una delle più prolifiche di Firenze, in cui si praticavano numerose tecniche artistiche, come pittura, scultura e oreficeria. Qui appresero il mestiere artisti del calibro di Leonardo, Perugino, Botticelli, Ghirlandaio. Molti dei dipinti di Verrocchio sono di difficile attribuzione perché l’artista collaborò con i numerosi allievi alla realizzazione delle opere. La sua bottega contribuì in modo significativo a soddisfare l’elevata domanda di opere d’arte fiorentine proveniente da tutta la penisola.
Nel 1466, dopo la morte di Donatello, Verrocchio divenne scultore dei Medici, per i quali scolpì, tra il 1466 e il 1469, un David in bronzo. Negli anni successivi eseguì altre opere, tra cui il monumento funebre per Piero e Giovanni de’ Medici (1469-1472) e la Dama col mazzolino (1475 circa). Intorno al 1475, invece, risale il Battesimo di Cristo, dipinto che Verrocchio eseguì insieme a Leonardo e altri pittori di bottega.
Nel 1479, l’artista ottenne dalla Repubblica di Venezia l’incarico di realizzare una statua equestre al condottiero Bartolomeo Colleoni, per la quale si ispirò al monumento equestre al Gattamelata di Donatello e ad altri monumenti antichi. Dopo aver realizzato il modello in cera, Verrocchio si trasferì a Venezia nel 1486 per seguire la fusione in bronzo del monumento. Morì nel 1488, prima del completamento dell’opera. A concludere il suo lavoro fu un artista locale, mentre la sua bottega fu affidata dallo stesso Verrocchio a Lorenzo di Credi, che ultimò le opere rimaste incompiute.
Nelle sue opere, Verrocchio si dimostra capace sia di usare un linguaggio raffinato e tipicamente rinascimentale, come nella Dama col mazzolino, sia di esprimere forme nervose e dinamiche, come nel caso del monumento equestre a Bartolomeo Colleoni.